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Dott.ssa Ilenia Brizzi

La Memoria e l'Attenzione: come funzionano


Che cos'è la memoria?

È la capacità di conservare l'informazione nel tempo. Possiamo usare la memoria in maniera consapevole (ad esempio quando cerchiamo di ricordare il nome di qualcuno o cosa abbiamo fatto la scorsa settimana) o inconsapevole (ad esempio quando riconosciamo qualcuno per strada). Nel primo caso parliamo di Memoria Esplicita e nel secondo di Memoria Implicita.

Per conservare le informazioni in memoria c'è bisogno di tre fasi:

  • la codifica (momento in cui si viene in contatto con l'oggetto,la persona, l'evento,ecc)

  • la ritenzione (momento in cui si rielabora lo stimolo e si conserva)

  • il recupero (quando lo stimolo viene riportato alla memoria)

Per esempio possiamo accorgerci che non ricordiamo il nome di una persona che ci è stata presentata pochi minuti prima, perché magari nella stanza c'era confusione o perché eravamo distratti da altro: in questo caso l'informazione da memorizzare è stata persa già al momento della codifica. Oppure il nome ce lo siamo ricordato per qualche minuto, ma dopo ci sono state presentate altre persone e adesso non sappiamo più il nome della prima: in questo caso lo stimolo è stato codificato correttamente e la perdita è avvenuta durante la sua conservazione, nella fase della ritenzione. Se invece abbiamo appreso correttamente il nome, usandolo tutta la sera, ma dopo una settimana non riusciamo a rintracciarlo nella nostra mente, allora l'informazione si è resa inaccessibile nella fase di recupero.

Tutto ciò per spiegare che: certe volte ci avviliamo perché pensiamo che la nostra memoria non funzioni ma magari, c'è stato un problema nel momento della codifica, che vedeva implicata altri fattori come l'Attenzione. Ecco perché sono importanti anche gli esercizi per stimolare l'Attenzione.

La Memoria è come un videoregistratore?

La nostra mente non memorizza le informazioni in modo esattamente fedele alla realtà, bensì avviene una ricostruzione, in base alle emozioni che abbiamo provato e ai nostri pensieri.Infatti quando due persone diverse raccontano uno stesso episodio, la ricostruzione avverrà sempre in maniera un po' diversa.

La Memoria è una funzione unica o può fare compiti diversi?

La Memoria è considerata da alcuni studiosi della mente come composta da una sequenza di diversi magazzini in cui passa l'informazione che non può essere elaborata da un sistema se non è stata filtrata dal sistema precedente. In particolare i tre magazzini sono:

Memoria sensoriale: è il sistema in cui entra l'informazione e viene trattenuta per uno o due secondi; in questa fase l'informazione non viene elaborata e mantiene molte delle caratteristiche fisiche dello stimolo.

Memoria a breve termine: in questo magazzino avviene la prima elaborazione, lo stimolo viene codificato e riconosciuto, non vengono più trattenuti i dettagli ma solo il senso generale. Questo magazzino ha una capacità limitata e se l'informazione non viene ripetuta decade dopo circa 30 secondi.Alcuni autori hanno ridefinito questo magazzino come Memoria di Lavoro cioè quel tipo di memoria che utilizziamo per svolgere alcune operazioni mentali con materiale trattenuto provvisoriamente, come per esempio le operazioni aritmetiche. Le informazioni su cui lavoriamo possono venire dalla memoria sensoriale, dalla memoria a lungo termine o da entrambe le parti.

Memoria a lungo termine: è il deposito dei ricordi che sono passati attraverso la memoria a breve termine o la memoria di lavoro, dai ricordi di pochi minuti fa, fino agli eventi autobiografici più remoti. La memoria a lungo termine ha diverse funzioni che sono state studiate e classificate secondo certe etichette.

  1. Memoria procedurale: sequenze di azioni che abbiamo imparato una volta per tutte (es. come si guida, come si cucina). Questo tipo di conoscenza si conserva anche in caso di danneggiamento delle altre funzioni.

  2. Memoria episodica: conserva eventi accaduti in un certo momento e in un certo contesto. Questa funzione può essere a rischio peggioramento nell'età anziana.

  3. Memoria semantica: conserva conoscenze decontestualizzate, cioè contenuti culturali di cui non riusciamo a ricostruire il momento in cui li abbiamo acquisiti, es. il significato di una parola, la capitale dell'Egitto ecc.. Nel declino cognitivo che si può osservare nell'età anziana questo tipo di memoria sembra conservarsi abbastanza bene.

  4. Memoria autobiografica: si può considerare un particolare tipo di memoria episodica che riguarda gli eventi della propria vita (es. il giorno del matrimonio, della nascita di un figlio ecc). Ricordi autobiografici anche molto lontani spesso sono vividi in persone anziane che magari hanno difficoltà a ricordare nomi di conoscenti o avvenimenti del giorno prima. Questo perché questi ricordi autobiografici hanno mantenuto dei contenuti emozionali. Ricerche dimostrano che il periodo che gli anziani ricordano meglio è quello tra i venti ed i trenta anni perché era il periodo di maggiore efficienza del cervello e perché spesso corrisponde ad un periodo ricco di emozioni (matrimonio, figli, esperienze lavorative ecc..). Inoltre è stato studiato che la reminiscenza, cioè il lasciarsi andare spontaneamente a ricordi del proprio passato ha quasi sempre effetti benefici sul benessere psicologico.

  5. Memoria prospettica: è la memoria del futuro, un agenda mentale, che usiamo per ricordarci il come e il quando di un'azione (es. Giovedì devo andare dal dottore alle 17:00). Questo tipo di memoria è relativamente preservata nell'invecchiamento poiché viene esercitata quotidianamente e si riferisce a materiale sensato e contesti plausibili.

Perché si dimentica?

L'oblio è una funzione molto importante della nostra mente perché ci permette di liberla di una grossa quantità di materiale, selezionando volontariamente solo una parte delle informazioni che entrano.

Ma come si dimentica? Per effetto del passaggio del tempo? Certamente il tempo è un fattore importante nella perdita delle informazioni dalla memoria, ma il suo effetto non è lineare, infatti ricordiamo avvenimenti di 20 anni fa ma non ci viene in mente cosa abbiamo mangiato ieri a pranzo.

Per capire i motivi delle dimenticanze bisogna prendere in esame le 3 fasi del ricordo (descritte a inizio pagina) e quindi i fattori che intervengono in ciascuna fase ad inficiare il processo di memorizzazione.

Nella fase di codifica possono succedere diversi problemi: scarsa attenzione, stimoli ambigui, emozioni spiacevoli ecc..

Nella fase di ritenzione si possono verificare delle interferenze cioè mentre cerchiamo di apprendere una informazione veniamo a conoscenza di una informazione molto simile. Oppure possiamo essere suggestionati da eventi esterni durante il ricordo per cui ricostruiamo il vero ricordo con un falso ricordo. Infine l'ansia può intervenire impedendoci di reiterare l'informazione e facendo così decadere il ricordo.

Nella fase del recupero possiamo avere difficoltà nel rintracciare il ricordo a causa di fattori emotivi (ansia, tristezza ecc) o quando il recupero non avviene spontaneamente ma ci viene imposto dall'esterno.

Perché alcune cose non si scordano mai?

I fattori più importanti che concorrono a determinare perché alcune informazioni vengano trattenute in memoria sono:

  • Attenzione: è essenziale al momento della codifica per far si che l'informazione sia elaborata e passi nella memoria a lungo termine, tuttavia spesso memorizziamo elementi ai quali non abbiamo prestato attenzione volontariamente e in questo caso si parla di apprendimento incidentale.

  • Motivazione: Il livello di motivazione ad apprendere un determinato tipo di materiale è direttamente proporzionale alla prestazione del ricordo.

  • Strategie di memoria: la strategia più efficace che si usa al momento della codifica è quella che consiste nel dare una certa organizzazione al materiale. Questo è facilitato se il materiale è significativo, per es. una lista di sillabe senza senso è praticamente impossibile da organizzare mentre una lista di parole si presta molto meglio. Alcune strategie riguardano ad es. la categorizzazione o l'associazione ad immagini.

  • Fattori emozionali: questi incidono fortemente sulla capacità di ricordo di un evento, tuttavia se l'emozione provata è stata molto forte il ricordo può anche risultare distorto, come nel caso in cui si sia stati vittima di un'aggressione e si debba testimoniare in merito. Inoltre si assiste all' "effetto di congruenza dell'umore": quando le persone sono di umore felice tendono a ricordare avvenimenti felici, mentre persone di umore depresso ricordano tendenzialmente situazioni tristi.

  • Contesto: l'importanza del contesto come aiuto al ricordo è un'esperienza molto comune. Spesso si torna al luogo in cui si è immagazzinata l'informazione per far riemergere il ricordo.

  • Caratteristiche del materiale: più semplice ricordare oggetti atipici o bizzarri, di dimensioni grandi o con colori sgargianti. Inoltre si ricordano meglio parole che vengono usate frequentemente e altamente immaginabili (es. se dobbiamo memorizzare una lista di parole è più facile ricordare parole che rimandano ad oggetti concreti quindi immaginabili come mela o martello piuttosto che libertà o disoccupazione).

  • Differenze individuali: non siamo tutti uguali nel ricordare informazioni. Ad esempio si è visto che le donne sono mediamente più brave degli uomini nei compiti di memorizzazione di materiale verbale mentre gli uomini sono migliori con stimoli visuo-spaziali.

La Memoria nella persona anziana

Il disturbo di memoria che accompagna l'invecchiamento è il deficit neuro psicologico più noto e diffuso, più della metà delle persone sopra i 65 anni lamentano una memoria meno efficiente. Questo calo della memoria è dovuta a fattori sia strettamente neurobiologici sia a fattori psicologici e sociali che si intersecano fra loro: il risultato più negativo è l'abbandono di qualsiasi attività che richiede un minimo sforzo cognitivo con conseguente isolamento o ritiro sociale. Le cellule nervose (neuroni) sono le unità elementari del cervello, con l'invecchiamento si perdono progressivamente (muoiono) ma grazie all'enorme quantità di cellule nervose e alla capacità di queste di aumentare le connessioni, il nostro cervello è in grado di mantenersi integro sino a tarda età. A qualsiasi età l'esercizio può mantenere l'eccitabilità dei neuroni e cambiarne l'architettura.

Nell'invecchiamento normale pare che non sia la memoria a calare quanto piuttosto la velocità di recuperare informazioni. Inoltre spesso la persona adulta è più prudente, quindi più lento del giovane, ma può essere più accurato nelle risposte del giovane.

Il buon funzionamento della memoria e dell'apprendimento dipende dall'integrità degli organi di senso, dal grado di attenzione, dalla risonanza affettiva che l'evento esercita nonché dalle circostanze in cui l'evento deve essere richiamato. Un altro elemento rilevante è la motivazione: nella persona anziana spesso si osserva un ritiro dalla vita sociale e di relazione e una perdita di motivazione e di interessi che sicuramente peggiorano la prestazione mnesica.

Infine le persone in età senile spesso si percepiscono come inefficaci, inadeguati a ricordare, portandoli a sentimenti di demoralizzazione che non fanno altro che peggiorare la capacità cognitiva. Quindi: anche se andiamo più lenti a ricordare non ci dobbiamo abbattere, non dobbiamo pensare "non so, non ho più memoria!" bensì bisogna sforzarsi di usare il nostro cervello, allenarlo a pensare, a ricordare, a prestare attenzione!

Che cos'è l'attenzione?

L'attenzione è un processo cognitivo che permette di identificare e focalizzare stimoli utili inibendo quelli inutili.

L'attenzione assolve a diversi compiti e in particolare si distingue:

  • Coscienza: seguire consapevolmente le nostre stesse azioni (vestirsi, preparare il caffè, ecc..)

  • Vigilanza: vigilare in attesa di stimoli critici (come quando aspettiamo ansiosamente qualcuno e ci mettiamo in ascolto per sentire i suoi passi per le scale)

  • Attenzione Sostenuta: concentrarsi per un periodo di tempo nell'elaborazione di determinati stimoli (come quando uno studente cerca di studiare per un'ora di seguito)

  • Attenzione Divisa: distruire le risorse cognitive su diversi compiti contemporaneamente (guidare la macchina ascoltando la musica).

  • Attenzione Selettiva: identificare informazioni escludendone altre (come quando al cinema guardiamo lo schermo e non le persone sedute davanti a noi)

Le prime due funzioni (coscienza e vigilanza) sono alla base di ogni processo attentivo, mentre le ultime sono le funzioni più fini e specifiche per determinate scopi.Quali fattori influenzano l'Attenzione?Lo stress, l'assunzione di alcuni farmaci, stati di malattia o psicopatologia, e differenze individuali sono i principali fattori che intervengono a determinare un buono o deficitario funzionamente attentivo.

Bibliografia:

  • Andreani Dentici O., Amoretti G., Cavallini E., 2004. La memoria degli anziani. Erickson.

  • Baroni M.R., D'Urso V., 2004. Psicologia Generale. Einaudi.

  • Moderato P., Rovetto F., 2006. Psicologo: verso la professione. McGraw-Hill Companies.

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