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  • Dott.ssa Ilenia Brizzi

CHE COS’E' LA PSICOTERAPIA? ISTRUZIONI PER L’USO! (Dubbi, domande e falsi miti per capire cosa s


La psicoterapia è l’insieme degli incontri tra una persona (o una coppia, o una famiglia, o un gruppo di persone) con una problematica ed un professionista Psicoterapeuta.

Le difficoltà per cui si può decidere di contattare uno Psicoterapeuta sono molteplici, e in linea generale riguardano l’ambito emotivo, dei pensieri o dei comportamenti. Alcune persone arrivano nello studio del terapeuta perchè stanno affrontando grossi cambiamenti di vita (ad esempio: divorzio, malattie organiche, cambiamenti lavorativi, lutti, eccetera) oppure perchè si sentono bloccati in una decisione importante (ad esempio: scelte scolastiche, universitarie, eccetera) oppure perchè sentono una sofferenza psicologica in determinate situazioni.

Milioni di persone nel mondo affrontano difficoltà psicologiche ma per alcuni è molto difficile chiedere aiuto a causa dei falsi miti e della disinformazione sulla psicoterapia, e a causa degli stereotipi sulle figure degli psicologi o psichiatri, nonchè per la paura dello stigma.

L'ascolto psicologico

Non è raro sentire persone che ritengono che ci si debba rivolgere ad uno psicologo solo in presenza di un disturbo psicologico (come ansia, depressione, dipendenze, disordini del comportamento alimentare, eccetera). In realtà, un percorso psicologico può avvenire anche quando non c’è un disturbo conclamato e pertanto le sedute svolgono una ruolo di prevenzione. In altre parole, grazie ad un percorso di psicoterapia, la persona non solo riduce sintomi e disturbi psicologici, ma acquisisce anche alcune competenze quali l’auto-compassione, l’autostima e la consapevolezza di sè stessa. In che modo avviene questo? Il terapeuta cerca di sostenere le risorse della persona, ovvero quelle parti del Sè che l’hanno spinta a chiedere aiuto. Inoltre grazie alla relazione di fiducia tra terapeuta e paziente, la persona riuscirà a migliorare la relazione con sè stessa, imparando ad accettare i propri limiti e le proprie insicurezze con compassione e con un’atteggiamento di curiosità non giudicante, ed inoltre cercherà di capire da dove originano i suoi comportamenti e pensieri, al fine di riuscire a renderli il più possibile funzionali alla sua vita quotidiana.

Un altro falso mito è che la psicoterapia sia per i matti o per i deboli. La realtà è che la maggioranza delle persone in terapia, non è “strana” e non ha un disturbo raro, bensì soffre a causa di problemi ordinari; problemi che spesso accadono nella vita di tutti i giorni. Quindi chiedere un aiuto professionale per le proprie difficoltà emotive, non è prerogativa dei deboli, ma al contrario, è indice di maturità: la persona accetta di affidarsi ad un professionista per prendersi cura di sè stessa. Così come, se abbiamo male ad un dente, ci rivolgiamo ad un dentista, evitando auto-diagnosi e auto-cure!

Ma cosa fa il terapeuta? Perchè non posso parlare dei miei problemi ad un amico o famigliare?

Il terapeuta si impegna ad accogliere la persona garantendo un clima di non-giudizio nel quale la persona possa sentirsi compresa e supportata. Egli non si sostituisce al ruolo di un famigliare o di un amico. La rete sociale è importante e il terapeuta inviterà il paziente a trovare risorse positive all’interno di essa. Tuttavia, parlare con un amico è profondamente diverso dal parlare con uno psicologo. Quest’ultimo, non essendo coinvolto affettivamente, mantiene un punto di vista neutro e non cercherà di dare consigli alla persona sulla base del suo sistema di valori ed idee bensì aiuterà la persona a decidere essa stessa per le cose che la riguardano. L’amicizia non è migliore della psicoterapia, nè viceversa; bensì sono due situazioni molto diverse, entrambe importanti ed utili nella vita di una persona.

empatia

Ma quindi che succede in una seduta di Psicoterapia? Nel mio modo di lavorare, è importante ascoltare ed accogliere le problematiche della persona e guidarla attraverso delle domande, in un approfondimento della tematica emersa. Sui temi emersi, terapeuta e paziente fissano degli obiettivi e lavorano assieme al fine di modificare la situazione di disagio psicologico e rafforzare le risorse della persona. In che modo? Il terapeuta, a seconda del suo approccio e metodo, proporrà degli interventi personalizzati sul problema della persona. Ad esempio, oltre all’ascolto empatico, nel mio lavoro utilizzo delle tecniche, che possano aiutare la persona a sbloccare situazioni difficili. Spesso utilizzo le tecniche di respirazione, di rilassamento e le visualizzazioni guidate, che, in estrema sintesi, aiutano la persona a calmarsi, e a rallentare il lavorio mentale mediante l’attenzione consapevole al corpo che si rilassa. Talvolta, propongo un esercizio di meditazione legata all’alimentazione (anche detta alimentazione consapevole o mindful eating), come ho brevemente spiegato nel mio articolo precedente, e che si dimostra utile nelle situazioni in cui si ha un rapporto difficile con il cibo ed il proprio corpo.

Inoltre mi avvalgo di tecniche espressive-creative, quali ad esempio l’utilizzo delle fotografie, del disegno, della scrittura, del collage, per far emergere i contenuti emotivi della persona. Ho conseguito poi l’abilitazione all’utilizzo dell’EMDR (un metodo di desensibilizzazione dei traumi mediante stimolazioni bilaterali).

Non mi dilungo ora, a spiegare dettagliatamente questi metodi, perchè meriterebbero maggiore spazio. Ma è importante sapere che qualsiasi proposta di lavoro clinico riceverete dal vostro terapeuta, verrà concordato insieme, e se non doveste trovarvi a vostro agio in una di queste, basterà comunicarlo. Ricordate sempre, che la seduta di terapia è il vostro spazio, non c’è nulla che dobbiate fare o dire obbligatoriamente. All’interno di un colloquio clinico, sia la persona che il terapeuta dovrebbe potersi sentire “comoda”, e relativamente a proprio agio anche nell’affrontare tematiche ritenute difficili. Questo sarà possibile anche grazie alle regole del setting, che il terapeuta vi comunicherà nei primi incontri.

Alcune delle sopra citate importanti regole, riguardano il comportamento del professionista, che deve attenersi al Codice Deontologico degli Psicologi. Forse è scontato ma ritengo fondamentale ricordare che lo psicoterapeuta è tenuto al segreto professionale. Sapere che ciò che direte nella stanza del terapeuta rimarrà solo lì, vi permetterà di sentirvi al sicuro e di iniziare una relazione basata sulla fiducia con il terapeuta. L’unico caso per cui uno Psicologo può sciogliere il segreto professionale è qualora abbia motivo di credere che voi possiate mettere la vostra vita o quella di altri in pericolo.

Alla luce di quanto illustrato in questo articolo, rimane comunque il fatto che per alcune persone non è facile iniziare una psicoterapia, come mai?

Anche solo decidere di contattare (telefonare o scrivere una mail) uno psicoterapeuta non è per nulla scontato! E anche quando si è fissato il primo appuntamento, può capitare di sentirsi nervosi, scettici, intimoriti...ed è assolutamente normale, in quanto è una situazione nuova e dove la persona dovrà affidarsi ad una persona sconosciuta raccontando i suoi sentimenti e pensieri più intimi. Perciò è assolutamente comprensibile un minimo di nervosismo all’inizio, ma come spesso accade anche per altre situazioni, dopo i primi momenti di imbarazzo o tensione, grazie all’ascolto empatico e non giudicante del terapeuta, vi sentirete a vostro agio e ne uscirete sollevati. La cosa positiva dei colloqui clinici è che la persona è libera di parlare di ciò che vuole, anche dell’ansia che ha provato nei minuti prima di suonare il campanello.

Chi può rivolgersi ad uno psicologo? Anche un minorenne?

La Psicoterapia si rivolge anche a bambini ed adolescenti ma, è importante sapere che i ragazzi che non hanno ancora compiuto i 18 anni di età, per iniziare un percorso da uno Psicologo privato necessitano del consenso di entrambi i genitori. Qualora questo non sia possibile, possono usufruire di un numero limitato di colloqui presso lo Spazio Giovani del Servizio Sanitario Nazionale della propria zona. (Le regole non sono uguali per tutte le regioni d’Italia; vi suggerisco pertanto di informarvi sui servizi presenti nel vostro territtorio).

Una Psicoterapia mi costerà troppo e la durata sarà troppo lunga, vero?

Il costo della terapia non è univoco, è variabile a seconda del professionista, ma in generale si attiene alle linee guida del tariffario dell’Ordine degli Psicologi. Il costo della terapia vi verrà comunicato già nella prima seduta, e qualora non possiate sostenerlo, vi verrà suggerito di rivolgervi al Servizio Sanitario Nazionale (il medico di medicina generale saprà suggerirvi il servizio adatto a voi, nel vostro territorio).

Così come il compenso, anche la durata della terapia e la frequenza delle sedute, dipendono dall’approccio del vostro terapeuta.

Nel mio modo di lavorare, tendenzialmente, vedo la persona una volta a settimana, e la seduta dura dai 40 ai 90 minuti a seconda se di fronte mi trovo un adolescente, o un adulto o una coppia. La durata totale della terapia non è definibile a priori ma si può lavorare per obiettivi o per “pacchetti” di sedute, e valutare al temine di un ciclo di sedute, se e come si intende procedere.

In conclusione, spero di aver chiarito, almeno in parte, le possibili perplessità nei riguardi della psicoterapia. Ammetto che non è stato semplice, perchè è un esperienza unica e diversa per ciascuna persona, e come tale, è più facile viverla che spiegarla a parole. Come spiegare il sapore di una mandorla, non sarà mai come l’esperienza di mangiarla, allo stesso modo spiegare come potrebbe essere un vostro percorso di psicoterapia non sarà mai come viverlo in prima persona.

[nella stesura di questo scritto ho preso spunto dal sito www.goodtherapy.org]

Se vi sono rimasti dubbi o per fare un primo colloquio conoscitivo, non esitate a scrivermi all’indirizzo ilenia.brizzi@gmail.com o a telefonarmi al 3497102462.

Sono Psicologa-Psicoterapeuta a Bologna e Castel di Casio (BO); adoro il mio lavoro e mi impegno per svolgerlo al meglio. Il mio intento è trasmettere questa passione, provando a fare in modo che le persone si interessino sempre di più al proprio benessere psicologico prendendosi cura di sè stesse.

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