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  • Immagine del redattoreIlenia Brizzi Psicologa

FASE 3 ed IMPATTO PSICOLOGICO

Da oggi, finalmente molte persone potranno tornare dai propri cari in altre regioni o spostarsi per altri motivi.

Durante il lockdown, molti potevano ipotizzare che una volta finite le restrizioni, ci si sarebbe sentiti liberi e sollevati. Per certi versi è così, per altri invece il sollievo può accompagnarsi a vissuti di ansia, paura, tristezza, rabbia, fatica. Tutto ciò è normale perchè stiamo attraversando un trauma collettivo, che ha portato con sè molteplici cambiamenti nelle nostre abitudini (oltre a lutti, perdita del lavoro, l'essersi ammalati di covid-19 o altre situazioni stressanti dovute alla situazione contingente).

Siamo in una fase di convivenza con il virus, il quale non è stato ancora del tutto debellato, e quindi è normale che la parte del nostro cervello più antica, sia ancora in allerta. Il nostro sistema nervoso deve adattarsi ad una nuova normalità, e questo richiede tempo e pazienza. Inoltre non abbiamo date certe, non sappiamo esattamente cosa succederà in futuro e questo può farci sentire ancora più vulnerabili. Quindi, se vi sentite irritati o affaticati o confusi, ricordatevi che è normale e che è importante prenderci cura di noi stessi e della nostra salute psicofisica (condividete con persone di fiducia i vostri vissuti, e valutate la possibilità di rivolgervi a professionisti sanitari).


Ognuno di noi ha poi una diversa situazione economica-sociale e una diversa percezione del rischio. Persone immunodepresse avranno ad esempio ovviamente una percezione del rischio diversa da altre. Persone che hanno vissuto in quarantena completamente da sola, avranno oggi esigenze diverse da chi ha trascorso quei giorni con i propri parenti. Quindi probabilmente chi ha vissuto un isolamento in quarantena può tollerare meglio il rischio del virus, in favore di una priorità più elevata data alla vita sociale. Il fatto che ci siano punti di vista molto diversi può generare delle incomprensioni nelle relazioni sociali. È quindi utile essere consapevoli delle proprie esigenze per poterle comunicare agli altri e rimanere rispettosi dei diversi bisogni individuali. Siamo tutti nella stessa tempesta, ma su diverse barche.


In questa fase è inoltre frequente ritrovarsi a rimuginare su soluzioni a problemi. Tale problem solving spesso non è possibile, a causa dell'incertezza sulla situazione globale che stiamo vivendo, che ci impedisce di avere informazioni certe sul futuro. Per tanto è normale sentirci un po' frustrati perchè ad esempio non si sa come organizzarsi le vacanze. Per il nostro cervello è importante la pianificazione futura, ma più che trovare la soluzione ideale, in questo periodo la mente è portata ad ipotizzare diversi scenari possibili. Questo può farci sentire ancora più a disagio perchè sentiamo di non avere il controllo su alcune variabili del problema, che non dipendono da noi. Perciò possiamo agire solo sui noi stessi provando a rimanere flessibili e a tollerare le emozioni nell'attesa. Come fare per tollerare questa incertezza? Proviamo a rimanere molto àncorati al presente: di cosa ho bisogno ora? Come mi sento? Sono con la mente nel Qui e Ora o sto già sfuggendo altrove? e magari possiamo dirci qualcosa tipo: "più ci avviciniamo a quel periodo futuro, più sarò in grado di prendere una decisione perchè avrò più informazioni".

Per stare nel presente, basta anche solo godersi un pasto con i 5 sensi; oppure se ci sentiamo sopraffatti, proviamo a notare in questo momento almeno 2 suoni, 2 cose da vedere, 2 sensazioni tattili, 2 cose di cui puoi sentire l'odore. Io in questo momento, a livello tattile sono concentrata sui tasti lisci della tastiera del mio pc, sento le auto che passano fuori dalla finestra, vedo le mie mani muoversi sui tasti del computer e sento odore di biscotti appena sfornati. Riconnettermi con i sensi mi da sollievo, rallenta il lavorio mentale e mi aiuta a stare più concentrata.




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